L’UNICO MODO PER ONORARE NAVALNY È SPEZZARE IL CIRCOLO DELL’IMPUNITÀ CHE L’HA UCCISO

(PHOTO: DANIEL LEAL / AFP)

Di Eleonora Mongelli19 febbraio 2024

Il 16 ottobre 2000, a una ventina di chilometri da Tbilisi, venne ritrovato il corpo senza vita di Antonio Russo, giornalista e attivista radicale. Nonostante, ufficialmente, le cause della sua morte siano rimaste ignote, abbiamo sempre saputo che il motivo del suo assassinio fosse legato alle prove raccolte dei terribili crimini commessi da parte dei militari russi in Cecenia. La scomparsa dal suo appartamento degli strumenti di lavoro e del materiale raccolto in Georgia, da lui stesso definito “sconvolgente”, non lascia dubbi.

Da quel tragico giorno la macchina della propaganda russa è riuscita a far calare il silenzio sui crimini del Cremlino permettendo a Putin e alla sua cerchia di criminali di continuare a perseguire la loro strategia impunemente: oltre agli omicidi politici, Georgia (2008), Siria (2012), Crimea e Donbass (2014) e infine l’invasione su vasta scala dell’Ucraina cominciata nel febbraio 2022.

Il fatto che neanche la possibilità che le loro azioni criminali finissero sul tavolo del procuratore generale della Corte Penale Internazionale (motivo che, invece, portò con ogni probabilità all’uccisione di Antonio Russo) sia stata oggetto di preoccupazione la dice lunga anche sulla perdita di credibilità da parte degli organismi e meccanismi di giustizia internazionale in questi ventiquattro anni di totale impunità. Eppure oggi esistono nuovi strumenti che possono essere affiancati alla giustizia penale internazionale e che sono considerati da molti esperti efficaci nel colpire la macchina della guerra russa, tra questi la confisca dei trecento miliardi di dollari della riserva della Banca centrale russa all’estero.

Non servono acuti analisti per prevedere quello che succederà alla nostra Europa democratica e pacifica se non comprendiamo che onorare la memoria di Alexei Navalny e delle altre vittime del regime russo sarà sempre un gesto vuoto e ipocrita se non sarà accompagnato da azioni concrete e coraggiose per spezzare il circolo dell’impunità, responsabile di tutte le vittime del Cremlino.