CASO DJALALI: RESTA ALTO IL RISCHIO DI ESECUZIONE IMMINENTE. L’UE INTERVENGA

ROMA – 16 dicembre 2020 – Nessuna data ancora fissata per l’esecuzione di Ahmadreza Djalali. Da quando questa è stata posticipata, la famiglia sa solo che il rischio che venga portata a termine la sua condanna a morte resta altissimo.

La preoccupazione internazionale sale anche in seguito all’esecuzione del giornalista iraniano, Ruhollah Zam, avvenuta lo scorso sabato. Zam, che aveva ricevuto lo status di rifugiato politico in Francia, è stato rapito mentre si trovava in Iraq per un viaggio e poi trasferito in Iran dove è stato sottoposto ad un processo farsa che l’ha condannato a morte.  La condanna internazionale di questo atto barbarico è stata immediata. A dimostrarlo è anche la decisione  di rinviare l’Europe-Iran Business Forum, che sarebbe dovuto cominciare lunedì, perché alcuni Paesi membri hanno deciso di non partecipare. Infatti, il forum sarebbe stato preceduto da un incontro con gli ambasciatori di Francia, Germania, Austria e Italia, i quali il giorno prima fanno sapere che a causa dell’esecuzione ingiusta e inaccettabile del giornalista Rohollah Zam, non parteciperanno al panel degli ambasciatori.

Nonostante, la dura presa posizione, soprattutto di Francia e Germania, Josep Borrell conferma che i lavori circa l’accordo sul nucleare restano in piedi.

La FIDU chiede alle istituzioni comunitarie e ai governi degli Stati membri di esercitare il massimo di pressioni, senza concessioni alla politica di ricatti, per la salvezza e la liberazione di Ahmad Djalali, condizionando al rispetto dei pilastri fondamentali dei diritti umani ogni accordo con l’Iran.

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