SCENARI POST-ELETTORALI IN UCRAINA, MOLDAVIA E KAZAKISTAN

Su iniziativa del senatore Roberto Rampi, membro della delegazione italiana all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, la Federazione Italiana Diritti Umani e la Open Dialogue Foundation invitano a partecipare all’evento “Scenari post-elettorali in Ucraina, Moldavia e Kazakistan. Tra incertezza politica e consolidamento di regime”, che si svolgerà martedì 25 giugno 2019, dalle 13.00 alle 14.00, a Strasburgo nella sala 14 del Palazzo del Consiglio d’Europa.

L’incertezza politica ha scosso l’area post-sovietica dopo che le elezioni si sono svolte in Ucraina, Moldova e Kazakistan. Questo evento, collaterale alla sessione estiva dell’Assemblea Parlamentare, mira a riunire organizzazioni della società civile e parlamentari che hanno preso parte alle missioni di osservazione elettorale e dei diritti umani, con l’obiettivo di discutere la situazione attuale e l’atteggiamento delle nuove e vecchie élite al potere nei confronti delle nuove sfide. Gli oratori tratteranno il profilo internazionale dei Paesi, i loro impegni e la loro risposta alle richieste della società civile locale.

 

In Ucraina, la vittoria di un attore comico senza esperienza politica, Volodymyr Zelensky, come sesto presidente, sembra essere dovuta principalmente a un voto di protesta. Con una rappresentanza parlamentare propria scarsa o nulla, il nuovo presidente ha subito sciolto il Parlamento. Tuttavia, sotto il rigoroso monitoraggio di una vivace società civile, Zelensky dovrà accelerare le riforme anti-corruzione e affrontare la sfida della guerra con la Russia e con i separatisti da questa sostenuti.

In Moldavia, le elezioni parlamentari si sono svolte a fine febbraio e discussioni inconcludenti sulla coalizione hanno minacciato la governabilità del Paese. L’8 giugno, il blocco dell’opposizione anticorruzione chiamato ACUM (“Adesso”) ha annunciato una nuova coalizione di governo con il Partito Socialista. Costretto a scegliere “il minore dei due mali”, il blocco di ACUM guidato da Maia Sandu e Andrei Nastase presenterà un programma per liberare la Moldavia dagli interessi oligarchici, indagare sugli scandali di corruzione ed escludere dai giochi il Partito Democratico, spesso etichettato come cleptocratico. La comunità internazionale ha accolto con favore l’annuncio del nuovo governo. Tuttavia, non sarà facile affrontare la situazione lasciata dall’oligarca politico più potente del Paese, Vlad Plahotniuc, che ha seriamente minacciato e perseguitato le voci del dissenso quando era al potere.

Le elezioni presidenziali anticipate in Kazakistan sono state convocate dal presidente ad interim Kassym-Jomart Tokayev per il 9 giugno, quasi un anno prima rispetto alla scadenza prevista. La transizione del potere arriva in seguito alle dimissioni in marzo del presidente Nazarbayev, dopo 30 anni di potere quasi assoluto. La convocazione di elezioni anticipate è stata un’altra mossa dell’ex presidente per mantenere lo status quo come statista e padre fondatore, cosa che gli permetterà di controllare efficacemente gli affari politici ed economici dello Stato. Tuttavia, la fase di transizione del potere ha già intensificato le proteste antigovernative in tutto il Paese, con manifestanti pacifici che chiedono elezioni libere ed eque e il rilascio dei prigionieri politici. Il governo ha risposto con la repressione.

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