Roma, 18 marzo 2023 – La FIDU – Federazione Italiana Diritti Umani accoglie con favore la comunicazione della Corte Penale Internazionale sul mandato di arresto per Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova per il crimine di guerra di deportazione di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa. Si tratta di un primo risultato del lavoro di indagine e documentazione svolto dalla Corte, che conferma quanto, del resto, era già chiaro sia per le numerosissime testimonianze, sia per la stessa ammissione degli imputati. Nello stesso tempo, la FIDU ritiene evidente che Putin e altri esponenti del suo regime debbano essere chiamati a rispondere anche di altri crimini di guerra e di crimini contro l’umanità (quali attacchi contro la popolazione civile, torture, esecuzioni sommarie e sparizioni forzate) commessi sul territorio ucraino almeno dal 24 febbraio 2022, che debbano proseguire le indagini per stabilire se possa imputarsi a Putin e ad altre persone nella catena di comando anche il crimine di genocidio, e che la stessa invasione su larga scala dell’Ucraina configuri il crimine di aggressione.
La decisione della CPI di incriminare il presidente (di fatto, dittatore, non essendoci ormai alcuna praticabilità politica democratica in Russia) di uno dei cinque Stati membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite segna una novità di particolare rilevanza nella storia del Diritto internazionale. Il fatto che il regime di Putin – come già in passato quello di Gheddafi – abbia affermato di considerare nullo il mandato di arresto non è che un ulteriore esempio del suo completo distacco dai principi fondamentali del Diritto internazionale stesso e dell’intero sistema delle relazioni internazionali, dopo avere rifiutato di adeguarsi alle quattro risoluzioni di condanna dell’invasione approvate a larghissima maggioranza dall’Assemblea Generale dell’ONU e all’ordine della Corte Internazionale di Giustizia del 16 marzo 2022 di ritirare le truppe russe dal territorio ucraino e dopo che la Federazione Russa è stata espulsa dal Consiglio d’Europa e dal Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU.
Il lavoro della Corte Penale Internazionale è fondamentale perché nessuno, qualsiasi sia il suo livello di potere, possa godere di impunità nel commettere i più gravi dei crimini. Peraltro, se un giorno comparirà davanti alla Corte all’Aja – ad esempio, in seguito a un auspicabile cambio di regime in Russia –, Putin avrebbe le più ampie garanzie di difesa: cosa che nessun tribunale del suo regime consente ad alcun imputato.
Nel confidare che la giustizia internazionale possa completare il suo corso, la FIDU sollecita un maggiore impegno degli Stati democratici al fianco della popolazione ucraina in lotta per la vita, la libertà e le speranze di una pace stabile per l’intera Europa.