EMERGENZA MARIUPOL: NECESSARIA L’EVACUAZIONE IMMEDIATA DEI FERITI E DEI MALATI

L’assedio di Mariupol ha causato una catastrofe umanitaria senza precedenti nell’Europa del XXI secolo.

La Russia ostacola il Comitato Internazionale della Croce Rossa nell’apertura di corridoi umanitari per evacuare in sicurezza le persone dalla città distrutta e continua le deportazioni di cittadini ucraini nei territori da essa controllati. In aggiunta, l’attuale problema dei feriti e dei malati nella città, sia tra i combattenti sia tra i civili, ha raggiunto una scala catastrofica.

All’interno dell’acciaieria di Azovstal, tuttora sotto costante attacco della Federazione Russa, restano circa 900 civili. Come testimoniato da Yuliia Fedusiuk, moglie di un soldato membro del reggimento Azov a Mariupol, che la FIDU ha incontrato questo pomeriggio presso la sua sede, circa 700 soldati sono gravemente feriti e non possono curarsi per mancanza di farmaci o dispositivi medici adeguati. Inoltre, cibo e acqua (non potabile) scarseggiano e basteranno solo per altri tre o quattro giorni.

Così come la popolazione civile, i feriti e i malati, anche le unità armate statali che combattono per l’Ucraina devono essere protette secondo il diritto internazionale umanitario. A tal fine, la quarta Convenzione di Ginevra propone di creare zone neutrali per l’alloggio dei feriti (articolo 15 della Convenzione). Il diritto internazionale umanitario incoraggia anche le parti in conflitto armato ad accordarsi sull’evacuazione dei feriti e dei malati (senza divisioni tra civili o militari) dalle città assediate.

FIDU chiede al Comitato Internazionale della Croce Rossa e alle Nazioni Unite di insistere affinché il diritto internazionale umanitario sia rispettato e che i malati e i feriti vengano immediatamente fatti evacuare verso zone sicure sotto il controllo dell’Ucraina.