Roma, 17 agosto 2021 – La FIDU (Federazione Italiana Diritti Umani), nel sostenere l’assoluta necessità e l’estrema urgenza di assicurare corridoi umanitari per prevenire il massacro di migliaia di persone a rischio, ricorda che il ruolo della comunità internazionale, nei suoi organi e per i singoli Stati membri, non può esaurirsi in questa pur indispensabile e difficile azione umanitaria.
Per il Diritto internazionale, i talebani sono definiti ufficialmente, fin dal 1999, “organizzazione terroristica”, in forza della Risoluzione 1267 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Il controllo di fatto del Paese esercitato ora dai talebani non è quindi, in sé, sufficiente a permettere il riconoscimento del loro governo. Nel corso degli ultimi vent’anni, nelle zone da loro controllate non sono mai cessate le gravissime violazioni dei diritti umani, in particolare delle donne e dei minori. Inoltre il monitoraggio delle stesse Nazioni Unite ancora nel giugno 2021 evidenziava la presenza di Al-Qaeda, in accordo con i talebani, in almeno 15 province dell’Afghanistan.
Molti degli atti compiti dai talebani fino a questi giorni, inclusi fra l’altro gli omicidi di difensori dei diritti umani, il soffocamento di ogni diritto di donne e minori, le esecuzioni sommarie, possono essere considerati crimini contro l’umanità, rispetto ai quali con differenti modalità il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, la Corte Penale Internazionale e – nei limiti del principio della giurisdizione universale – anche i singoli Stati possono e devono agire.
La FIDU, richiamando la Dichiarazione del 16 agosto dei Relatori speciali, Esperti indipendenti e Gruppi di lavoro delle Nazioni Unite, chiede pertanto al Governo italiano e all’Unione europea di:
- ottenere che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU adotti ogni misura appropriata per tutelare i diritti umani e le esigenze umanitarie della popolazione afghana, secondo il Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite;
- applicare con la massima fermezza le sanzioni previste dal Diritto internazionale contro le organizzazioni terroristiche designate;
- organizzare, mediante corridoi umanitari e con le necessarie procedure d’urgenza, il trasferimento e l’accoglienza di tutti i cittadini afghani che hanno diritto alla protezione umanitaria o titolo per la richiesta di asilo politico;
- ottenere che il Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU invii con urgenza in Afghanistan una missione conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani, in particolare su atti che possano configurare crimini contro l’umanità e genocidio;
- condizionare l’eventuale futuro riconoscimento del governo dei talebani alla cessazione provata di ogni attività terroristica e di sostegno al terrorismo e al rispetto dei diritti umani fondamentali, in particolare delle donne e dei minori.