UNA RISOLUZIONE DELLA SOCIETÀ CIVILE CHIEDE UNA RIFORMA DELL’INTERPOL

In occasione dell’89a Assemblea Generale dell’INTERPOL, che si terrà a Istanbul dal 23 al 25 di novembre, una coalizione internazionale di 64 organizzazioni per i diritti umani e leader della società civile, tra cui rinomati attivisti, esperti e parlamentari, ha chiesto un’urgente riforma dell’INTERPOL affinché il suo sistema rispetti la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

La Coalizione esprime preoccupazione per i sistematici abusi dei meccanismi dell’INTERPOL, tra cui i cosiddetti Avvisi Rossi da parte dei regimi autoritari e chiede la piena attuazione delle raccomandazioni avanzate dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa e dal Parlamento europeo. Nello specifico, la Risoluzione chiede all’Assemblea generale e al Segretariato generale dell’Organizzazione di:

  • Rafforzare la trasparenza sulle procedure INTERPOL;
  • migliorare ulteriormente la procedura di ricorso davanti alla Commissione per il Controllo degli Archivi (CCF), rendendola più rapida, interattiva e trasparente;
  • istituire un organo di ricorso indipendente contro le decisioni del CCF;
  • istituire un fondo di risarcimento per le vittime di Avvisi Rossi ingiustificati, nonché per le vittime di abusi della banca dati SLTD;
  • rafforzare i controlli sulle richieste presentate da Stati che ricorrono a pratiche abusive;
  • assicurare un controllo più efficace sui dati trattati dal sistema dell’INTERPOL relativo alla comunicazione e alla banca dati SLTD.

Le ONG e gli attivisti esortano i loro governi a:

  • Sostenere l’Interpol fornendo all’Organizzazione le risorse necessarie per migliorare la qualità e la tempestività sia dei controlli preventivi di conformità che del successivo riesame da parte del CCF;
  • istituire un consiglio di Stati democratici per promuovere riforme che garantiscano il rispetto dei diritti umani e delle libertà dei soggetti coinvolti e rendere pubblici i nomi dei Paesi che violano i diritti umani, tra cui Repubblica Popolare Cinese, Federazione Russa, Bielorussia, Turchia, Kazakistan;
  • adottare linee guida per la valutazione del rischio in modo da poter vigilare sulle richieste e sui dati presentati dagli Uffici centrali nazionali (BCN) dei Paesi che ricorrono a pratiche abusive;
  • indagare debitamente su tutti i casi di uso improprio di Interpol, estradizioni e altre forme di assistenza legale interstatale da parte degli Stati che ricorrono a tale strumento a fini politici;
  • vigilare su qualsiasi tentativo da parte dei Paesi membri di incidere in modo permanente sui meccanismi e sulla struttura di leadership dell’Interpol al fine di renderla incline a abusi.

La Risoluzione è stata presentata dalla Federazione Italiana per i Diritti Umani e dall’Arrested Lawyers Initiative ed è stata firmata da:

1. FIDU – Federazione Italiana per i diritti umani

2. The Arrested Lawyers Initiative

3. Norwegian Helsinki Committee

4. Freedom House

5. Human Rights Foundation

6. Lawyers’ Rights Watch Canada

7. Statewatch

8. Defend Democracy

9. International Association of People’s Lawyers

10. Open Dialogue Foundation

11. Fundación Internacional de Derechos Humanos

12. Platforma Pro Derechos y Libertades

13. The Good Lobby Profs

14. Center for Human Rights in Iran

15. Human Rights Institute of the World Jurist Association

16. Human Rights Defenders e.V.

17. Hong Kong Watch

18. European Lawyers for Democracy & Human Rights

19. Lawyers for Uyghur Rights

20. World Uyghur Congress

21. Yet Again UK

22. Foundation Day of the Endangered Lawyer

23. Journalists and Writers Foundation

24. The Justice Abroad

25. London Advocacy

26. TASC- Think-tank for Action on Social Change

27. Peace & Justice EU

28. Safeguard Defenders

29. Supolka Italia | Associazione bielorussi in Italia

30. Aktion für Flüchtlingshilfe e.V

31. Saleh Institute

32. The Association Solidarité Chine

33. International Campaign for Tibet

34. Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo

35. Foundation for Entrepreneurship, Culture and Education

36. OTHERS AISBL

37. YC Epirus

38. International Association for Human Rights Advocacy in Geneva

39. Universal Rights Association

40. Fight For Freedom. Stand With Hong Kong

41. Movements For Freedom

42. Center for Civil Liberties

43. International Collegium of Lawyers

44. Freedom Kazakhstan Foundation

45. Freedom for Eurasia

E

46. Maria Arena, membro del Parlamento europeo, Presidente della sottocommissione per i diritti umani al Parlamento europeo

47. Emma Bonino, Senatrice della Repubblica Italiana; Co-presidente dell’European Council on Foreign Relations (ECFR), ex ministro degli Esteri italiano

48. Roberto Rampi, Senatore della Repubblica Italiana, membro dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa

49. Lord Hylton MA ARICS, membro della Camera dei Lord del Regno Unito

50. William Browder, Direttore della Global Magnitsky Justice Campaign e CEO di Hermitage Capital

51. Lorent Enrique Gómez Saleh, attivista per i diritti umani, vincitore del Premio Sakharov del Parlamento europeo del 2017.

52. Bill Bowring, Professore di diritto presso il Birkbeck College, Università di Londra; Avvocato ordine degli avvocati d’Inghilterra e Galles.

53. Cesare P.R. Romano, Professore di diritto; Direttore dell’International Human Rights Center of Loyola Law School, Los Angeles.

54. Jared Genser, Professore associato di diritto presso la Georgetown University Law Center.

55. Elena Gaju, membro dell’ordine degli avvocati di Parigi e Barcellona.

56. Brian Samuels Q.C., membro dell’ordine degli avvocati di British Columbia e Colorado.

57. Matilde Arrigucci, avvocato di diritto internazionale.

58. Enes Güngören, avvocato di diritto internazionale.

59. Ana Ursachi, avvocato.

60. Dmytro Morhun, avvocato.

61. Raj Daya, avvocato.

62. Yavuz Aydin, ex Giudice, Justice for Rule of Law ASBL.

63. Aigul Pavel, attivista per i diritti umani.

64. Gianni Alioti, Segretario Internazionale di FIM-CISL.

Commento di Eleonora Mongelli, Vice presidente della Federazione Italiana per i diritti umani:

“Sempre più esperti di diritti umani stanno denunciando l’uso abusivo del sistema dell’INTERPOL da parte di regimi autoritari al fine di perseguire all’estero rifugiati, attivisti, giornalisti e oppositori politici. L’utilizzo di tale metodo di repressione fa sì che la portata delle violazioni diventi globale, colpendo le nostre società democratiche. La Risoluzione della società civile, firmata da più di 60 ONG ed esperti in materia dei diritti umani, definisce gli obiettivi e le raccomandazioni che l’INTERPOL dovrebbe attuare senza ritardi durante la prossima 89a Assemblea Generale al fine di fermare il suo sistematico abuso da parte dei leader autocratici”.

Commento di Ali Yildiz, avvocato per i diritti umani e fondatore dell’Arrested Lawyers Initiative:

“Questo incontro dovrebbe essere il momento in cui le riforme avanzate da anni dalla società internazionale vengano attuate. Un meccanismo sanzionatorio per gli stati violatori e un fondo di risarcimento per le vittime di queste condotte abusive dovrebbero essere creati senza ulteriori ritardi così come dovrebbe essere rafforzata la trasparenza della procedura di rimozione dei dati. Un caucus composto dagli Stati membri democratici sarebbe una buona iniziativa per portare avanti ulteriori riforme, al fine di garantire che i candidati rispettosi della legge siano eletti all’organo di appello e alle cariche esecutive, e anche rendere pubblici in nomi dei Paesi violatori come Turchia, Cina, Russia e altri”.