TURCHIA: LA PERSECUZIONE ALGORITMICA CON IL SISTEMA FETÖ METER

Roma, 25 novembre 2021

La FIDU esprime preoccupazioni sulle informazioni pubblicate da un nuovo rapporto della ONG Statewatch sull’utilizzo da parte del governo turco di un algoritmo utilizzato per contrastare atti di terrorismo, in piena violazione del diritto di privacy e dei diritti umani fondamentali.

L’algoritmo, noto come “FETÖ-Meter”, è stato impiegato per la prima volta dopo il tentativo di colpo di stato del luglio 2016, al fine di sradicare i presunti seguaci del movimento Fethullah Gülen, considerato un’organizzazione terroristica dal governo turco.

L’algoritmo è gestito da un’unità speciale della Marina turca, chiamata “Ufficio dei procedimenti giudiziari e dell’azione amministrativa” (ATİİİŞ), e dal 2016 centinaia di migliaia di persone sono state profilate ed è stato loro assegnato un “punteggio” sulla base del quale sono state imposte misure punitive non solo contro i principali sospetti, ma anche contro chiunque rientrasse nella loro cerchia sociale, compresi i loro familiari, colleghi e vicini.

L’ATİİİŞ ha ottenuto i dati personali sensibili di almeno 810.000 persone da vari organismi ufficiali ed è stato utilizzato per identificare coloro che avevano un conto presso la Banca Asya, che hanno effettuato pagamenti o donazioni a testate giornalistiche, istituzioni scolastiche, sindacati, associazioni e fondazioni. Anche il possesso di abilità linguistiche, come la conoscenza della lingua inglese, è stato incluso nel FETÖ-Meter come criterio per indicare un possibile coinvolgimento in una cospirazione sovversiva.

Come affermato dagli autori del rapporto, il Dr. Emre Turkut e Ali Yildiz “migliaia di persone sono state messe in condizioni di non poter lavorare e sono state arrestate sulla base dei punteggi a loro assegnati da uno strumento nato per perseguire arbitrariamente oppositori politici, il cosiddetto FETÖ-Meter. Il rapporto ricorda come i criteri utilizzati per identificare algoritmicamente i sospetti possono essere ingegnerizzati per consentire alle autorità di criminalizzare qualsiasi individuo”

La FIDU è già intervenuta in merito al continuo abuso da parte del governo turco in materia di terrorismo presentando un intervento di terza parte alla Corte europea dei diritti dell’uomo in merito all’abuso della legge anti-terrorismo da parte delle autorità turche e alla criminalizzazione dell’uso pacifico dell’applicazione di messaggistica istantanea criptata chiamata Bylock.