17 marzo 2017: è la data della più recente condanna a morte emessa da un tribunale in Bielorussia, l’unico Stato in Europa dove ancora si può essere condannati a morte e dove tali condanne vengono eseguite – cosa che la rende anche l’unico Stato europeo non membro del Consiglio d’Europa. Particolarmente gravi sono anche le condizioni nelle quali versano coloro i quali si trovano nei ‘bracci della morte’, così come le violazioni diritti umani che sistematicamente avvengono nei luoghi di detenzione. In Bielorussia la data dell’esecuzione è sconosciuta fino alla mattina stessa in cui il condannato viene prelevato e condotto in un luogo segreto, dove gli viene comunicato che la sentenza ha carattere definitivo e dove quindi avviene l’uccisione con un singolo colpo di pistola alla nuca. Le informazioni circa le esecuzioni non vengono comunicate subito ai familiari, ai quali non vengono consegnati i corpi.
Intendiamo avviare un progetto volto all’abolizione della pena di morte in Bielorussia, anche attraverso l’adozione di una moratoria, in partenariato con altre ONG attive in questa campagna come Nessuno tocchi Caino e il Norwegian Helsinki Committee for human rights.