STAND WITH BELARUS: PRIGIONIERI POLITICI DELLA SETTIMANA

Anastasiya Mirontsava, 25 anni, è una ex studentessa dell’Accademia Statale Bielorussa di Belli Arti.

Il 10 agosto 2020 Anastasiya è stata arrestata insieme alle sue due sorelle, Viktoriya e Aliaksandra, in centro a Minsk. Era sera e le ragazze stavano camminando in centro città, quando davanti al Palazzo dello Sport hanno notato la presenza delle truppe antisommossa. Le ragazze non sono riuscite ad evitare l’arresto anche se non avevano con sé né bandiere bianco-rosso-bianche né tanto meno stavano urlando frasi di protesta. Avevano soltanto i braccialetti bianchi sui polsi, proprio quei braccialetti che significavano il voto a Sviatlana Tsikhanouskaya. Le tre sorelle sono state portate al distretto di polizia Leninskaje. Lì sono state per ore in ginocchio sull’asfalto nel cortile del distretto. Per un giorno alle ragazze non è stato dato da mangiare, avevano con sé solo una bottiglia d’acqua che doveva bastare per tutte. La sera del 12 agosto Anastasiya, Viktoriya e Aliaksandra sono state rilasciate. A  causa degli avvenimenti nel Paese, le tre ragazze parlavano di andare via. Aliaksandra si era licenziata e il 14 ottobre era partita per Brasile, dove vive con il suo fidanzato. Anche Anastasiya e Viktoriya stavano progettando di andare via, ma il 16 ottobre, due giorni dopo la partenza della sorella, gli agenti sono andati a casa loro per arrestarle. Le sorelle sono state accusate secondo l’articolo 342 comma 1 del Codice Penale della Repubblica di Belarus di organizzazione o partecipazione ad eventi di gruppo che violano gravemente l’ordine pubblico per la loro partecipazione alla manifestazione del 10 agosto. L’accusa di fonda su un video che le mostrerebbe alla manifestazione. A causa del suo arresto, Anastasiya non è riuscita a dare gli ultimi esami e per questo è stata espulsa dall’Università. Il primo aprile Anastasiya è stata condannata a 2 anni di carcere e Viktoriya a 2 anni e mezzo.

Siarhei Verashchahin, 31 anni, originario di Gomel.

È stato arrestato il 12 agosto 2020 dalla polizia che ha sfondato la porta della sua abitazione. La sua colpa è di aver urlato contro alcuni agenti che picchiavano i manifestanti per strada. Il ragazzo ha raccontato che gli sono saltati sopra la testa e lo hanno picchiato. All’ospedale gli è stato diagnosticato un trauma cranico chiuso, una contusione cerebrale e contusioni multilaterali alla spina dorsale, alle articolazioni delle ginocchia, ai gomiti e alle zone temporali. Siarhei è stato condannato a 5 anni ai sensi dell’articolo 364 del codice penale (violenza contro gli agenti di polizia) e sta scontando la pena nella colonia penale IK-13 nella città di Glubokoe, regione di Vitebsk. Le sue condizioni di salute sono tuttora molto gravi: ha dolori costanti e vertigini, gli si offusca la vista, non ha sensibilità al volto, al braccio e alla gamba, ha difficoltà a parlare e a muoversi, dolori alle articolazioni delle ginocchia e dei gomiti e ha quasi totalmente perso la vista a un occhio. Siarhei necessita di esami e cure mediche adeguate alle sue condizioni di salute, che ad oggi gli vengono rifiutate. Qualche settimana fa è stato portato in ospedale per un controllo, ma solo per assicurarsi che non fosse in pericolo di vita e non è stato ospedalizzato. Siarhei rischia di rimanere invalido.